TAHOMÀ

è una Associazione di Promozione Sociale con una mission precisa: realizzare l’incontro tra le differenze, culturali e sociali, come punto di partenza per un dialogo sincero e volto alla vera conoscenza di ciò che sta oltre la prima apparenza. Il tutto nell’ottica maggiore di promuovere un più ampio cambiamento nella società.

Scopri i nostri progetti

Progetti attivi

Doposcuola Insieme

Il progetto vuole creare uno spazio extrascolastico di sostegno allo studio rivolto a tutti gli studenti che hanno difficoltà con la lingua italiana, principalmente perché figli di immigrati di madrelingua diversa da quella del contesto ospitante.

L'idea nasce dalla constatazione della difficoltà incontrata dai bambini e adolescenti, soprattutto stranieri o figli di immigrati, ad inserirsi efficacemente nella società e in prospettiva, nel mondo dell'università e del lavoro. Beneficiari indiretti del doposcuola saranno anche i genitori degli alunni, perchè vedranno alleggerito il loro carico di sostegno da fornire ai figli e potranno godere di un servizio gratuito, ma anche i compagni di classe degli alunni stranieri, che vedranno una progressiva parificazione del livello generale: i progressi tangibili raggiunti nel corso del progetto di Doposcuola infatti porterebbero ad un miglioramento generale del rendimento scolastico degli alunni stranieri e quindi ad una omogeneizzazione del livello di ogni classe coinvolta. L'Associazione Tahomà mette a disposizione sia il luogo di realizzazione del doposcuola, ovvero due aulee didattiche presso i propri uffici, che le risorse umane come volontari e operatori in possesso dell'adeguata formazione al fine della miglior riuscita del progetto. Il progetto si realizzerà nell’arco temporale di tre anni e attualmente Tahomà sta realizzando la prima fase in cui già è stata formata una prima classe di alunni del Doposcuola provenienti da diversi paesi.

Le lezioni, tenute dal personale dell’associazione, si svolgono tutti i martedì e i giovedì dalle 16:15 alle 18:15.

progetto sostenuto con i fondi 8x1000 della Chiesa Valdese

Per saperne di più...

L'integrazione vien mangiando

Si tratta di un progetto che ha come finalità il rafforzamento del legame sociale tra richiedenti asilo ospitati da Tahomà e la comunità autoctona del Casentino, attraverso la condivisione di tradizioni culinarie, di competenze in cucina, del cibo in tutte le sue declinazioni.

L’idea nasce dalla caratteristica del modello di accoglienza diffusa per cui da un lato riesce a rendere indipendenti i richiedenti asilo sul territorio, evitando la ghettizzazione e anzi, promuovendo il contatto diretto con la comunità locale. Ciò che rimane escluso dai principi dell’accoglienza diffusa è però l’importanza della conoscenza del territorio e delle tradizioni attraverso molteplici esperienze; Tahomà ha individuato infatti nella condivisione di sapori e nella conoscenza della cucina quella più significativa ai fini di una sensata inclusione sociale. Ciò permetterebbe ai richiedenti asilo un avvicinamento alla terra che li ospita ed indurrebbe all’utilizzo di materie prime che non sapevano cucinare. L’appartenenza ad un luogo si conquista anche attraverso profumi, sapori e materie prime. I richiedenti asilo vengono da paesi lontani, dove, non solo crescono ortaggi e frutti differenti, ma anche con stagionalità differenti. L’adattamento ad un nuovo paese significa anche comprendere come funziona il ciclo delle stagioni e ciò che si può trovare durante ognuna di esse. A ciò viene indissolubilmente legato il fattore economico; gli stranieri infatti, utilizzano materie prime nella loro cucina che spesso sono fuori stagione e dunque notevolmente più care, oppure ricercano esclusivamente materie prime importate dai loro paesi ed anche in quel caso necessariamente più costose.

La finalità del progetto riguarda la partecipazione attiva e l’integrazione anche dal punto di vista di quella parte della comunità locale che sarebbe maggiormente coinvolta: la popolazione anziana del Casentino. In questo caso, le donne anziane del luogo potrebbero non solo sfruttare le loro capacità e conoscenze culinarie da trasferire ai giovani stranieri (diventando esse stesse la parte vitale del progetto), ma anche prendere parte attivamente a un’esperienza aggregativa del tutto nuova, in grado di scardinare falsi stereotipi e costruire nuovi rapporti solidali.

Attraverso dei corsi di cucina tenuti dalle signore, i richiedenti asilo potrebbero imparare a conoscere le materie prime, il loro utilizzo, i benefici che una cucina sana e antica potrebbe portare. Imparerebbero nuove ricette e dunque come sfruttare al meglio le stagionalità, potrebbero imparare la storia che si cela dietro ai tipici piatti del luogo, che sono il risultato di una conoscenza geopolitica del luogo in questione. Le anziane signore saranno nuovamente protagoniste, tramandando le tradizioni della cultura culinaria casentinese, in parte riappropriandosi di quell’importante ruolo di riferimento che hanno avuto per tutte le generazioni passate, ed in altra, lasciando in eredità ricette antiche e segreti per un’ infallibile valorizzazione di ogni ingrediente presente in cucina.

Nello specifico il progetto mira a promuovere tra i richiedenti asilo l’Educazione alimentare, e quindi a far sviluppare una sensibilità al riciclo del cibo e al risparmio economico. Si propone inoltre di raggiungere un adeguato sviluppo del senso di appartenenza al territorio ospitante una conoscenza autentica delle tradizioni e lo sviluppo di rapporti interpersonali in grado di rafforzare due gruppi sociali vulnerabili.

I partecipanti sono quattro ospiti dell’associazione Tahomà che seguiranno le lezioni di cucina tenute dalle cuoche invitate per il progetto. La selezione dei partecipanti seguirà criteri specifici: conoscenza della lingua italiana, desiderio di integrarsi e di imparare nuove realtà, passione per la cucina

Per saperne di più...

I nostri progetti

Orto Sociale

L’Orto sociale è un’iniziativa che nasce dalla necessità di rafforzare il contatto tra i migranti richiedenti asilo e la terra che dà loro ospitalità. Un rafforzamento che passa attraverso l’attività più autentica di relazione con la terra: l’agricoltura e la coltivazione di piante edibili.

Il progetto parte dalla considerazione che i migranti vengono a cercare un Paese dove non solo il cibo, ma la legalità sia alla base della pace sociale e della condivisione. Da aggiungere a questo è anche la passione che molti ragazzi ospitati dimostrano per l’agricoltura: buona parte di loro dichiara di essere stato agricoltore o di aver fatto lavori nei campi coltivati.

Tahomà mette a disposizione un appezzamento di terreno sito a Bibbiena,in cui tutti possono venire a piantare, coltivare specialità autoctone o esotiche e soprattutto condividere esperienze e competenze. L’orto è facilmente raggiungibile, per cui a tutti è concessa l’opportunità di andarci, in qualsiasi momento, ed è gestito da un numero ristretto di responsabili, individuati proprio grazie alla loro inclinazione e passione nel curare la terra.

Ma cosa si coltiva nell’orto sociale? pomodori di varie specie, melanzane, peperoni, insalata, zucchine, patate, karkadé, arachidi e erbe aromatiche.

Per saperne di più...

Mai più estranee

Progetto realizzato grazie al contributo della Regione Toscana - Progetto di orientamento socio-sanitario  rivolto alle donne straniere residenti in Casentino

Il progetto si pone l’obiettivo di far sì che le donne straniere residenti in Casentino (AR) possano aver  accesso ai servizi sanitari ospedalieri in maniera consuetudinaria; preciso obiettivo di tale progetto è la diminuzione dei costi della medicina di urgenza e la possibilità di attuare un monitoraggio continuo delle malattie grazie ad una prevenzione specifica, attiva e consapevole.  

Lo scopo del progetto è quello di raggiungere un generale miglioramento delle condizioni di salute delle  donne straniere grazie ad un’aumentata consapevolezza delle malattie, della prevenzione e della cura.L’idea nasce dalla constatazione che a livello locale e provinciale si verifica un accesso improprio ai servizi sanitari di urgenza (come il pronto soccorso) e soprattutto si registra una mancanza di informazioni relative all’igiene e alla prevenzione di malattie, in particolare infettive. La tendenza ad un utilizzo non adeguato della proposta sanitaria interessa soprattutto la popolazione straniera femminile, in particolare per quanto riguarda la sfera della salute materna, riproduttiva, dei bambini e, non da ultima, la violenza domestica. Nello specifico, la condizione delle donne straniere residenti nel territorio si rivela essere critica, non solo socialmente, ma anche e soprattutto a livello di indicatori di salute: sono infatti le straniere a soffrire maggiormente di problemi quali parto prematuro e basso peso alla nascita, e a ricorrere in percentuale maggiore alle interruzioni volontarie di gravidanza. A questo disagio è opportuno far fronte immediatamente attraverso modalità ben precise, che investano competenze e tempo nel formare le stesse donne e nel portarle a conoscenza della prevenzione.

Tahomà vuole: Porsi come luogo fisico di incontro tra donne appartenenti alle comunità straniere del territorio casentinese. Offrire alle donne straniere una formazione che potrà renderle più consapevoli ed in grado di raggiungere una propria autonomia nell’accesso ai servizi sanitari. Creare, con e per la ASL del territorio, un valido punto di riferimento per problemi di mediazione linguistica e culturale nel rapporto medico-paziente. Formare delle mediatrici culturali precedentemente individuate durante ifocus group. Ripetere i cicli di incontri formativi per permettere un confronto anche con le nuove utenze straniere da poco stabilitesi sul territorio.

Durante tutto il ciclo dei focus group alle donne partecipanti verrà comunicato che le operatrici potranno essere disponibili per un aiuto integrativo. All’inizio della formazione verrà fatta una presentazione ufficiale dello Sportello d’ascolto e si illustreranno i servizi che questo offre: accompagnamento ai presidi sanitari, aiuto nella prenotazione di esami, mediazione, consulenza legale gratuita. Il fine dello sportello è quello di permettere alle donne di andare oltre la diffidenza verso il medico e oltre la propria interpretazione della patologia (spesso influenzata da credenze e tradizioni).

Il progetto mira a raggiungere, in qualità di beneficiario indiretto, anche le ASL. A causa del recente e consistente fenomeno migratorio infatti, il personale medico delle aziende sanitarie locali, si è trovato a fronteggiare situazioni problematiche dovute a barriere linguistiche, culturali e diffidenze dovute ad approcci alla medicina completamente distanti. Gli operatori dell’associazione Tahomà, durante gli accompagnamenti dei richiedenti asilo ospitati presso i propri CAS alle visite mediche, hanno riscontrato difficoltà di comunicazione con il personale delle ASL. La difficoltà risiede, in primis, nell’incontrare visioni del corpo, della salute e del senso della cura molto distanti dall’approccio medico occidentale. A tale proposito Tahomà individua un possibile aiuto alla ASL nella figura del mediatore culturale che sarà di sesso femminile e che faciliterà ai pazienti stranieri la comprensione del sistema sanitario e fortificherà la loro fiducia verso il personale medico (che, ad oggi, riscontra enormi difficoltà nel dialogare coi pazienti stranieri).

Per saperne di più...

Accoglienza Migranti

Tahomà A.P.S. nasce nel 2016 per rispondere ad uno dei maggiori bisogni manifestati dal contesto casentinese degli ultimi anni: l’accoglienza e l’integrazione della crescente comunità di richiedenti asilo provenienti dall’Africa Occidentale. La comunità ospitante non trova infatti inizialmente strumenti adeguati per rivolgersi all’incontro con i nuovi arrivati. Tahomà ha iniziato a lavorare facendosi mediatore tra le incertezze della comunità locale e le direttive delle istituzioni, diventando un ponte di collegamento e di condivisione fra la popolazione casentinese e i richiedenti asilo. Allo stesso modo, i richiedenti asilo hanno necessità di essere seguiti passo passo durante il loro percorso intrapreso in Italia, per fargli conoscere la loro posizione e i loro diritti. (Permesso di Soggiorno, formazione legale, Questura e Prefettura, regolamenti da seguire, prospettive)

Il progetto di accoglienza migranti viene avviato nel Marzo del 2016, quando l’Associazione vince il bando indetto dalla Prefettura di Arezzo per accogliere migranti richiedenti asilo in territorio casentinese. Il modello adottato da Tahomà è quello regionale dell’accoglienza diffusa, per cui gli ospiti vengono da subito sistemati in appartamenti con capienza massima di otto persone, distribuiti su tutti il territorio casentinese. Ad oggi gli ospiti risiedono a Bibbiena, a Soci e a Partina.

Non solo accoglienza diffusa, ma anche integrata: che non si limita cioè all’ emergenzialità del fenomeno, ma che guarda oltre, anche agli aspetti duraturi e alle potenzialità future. Tahomà infatti promuove approfonditi corsi di italiano per i richiedenti asilo all’interno della propria sede e numerose attività di volontariato complementari. Ad oggi, tra i tanti successi raggiunti, si citano il conseguimento per alcuni ospiti della licenza media e del titolo professionale di Assistente di Base.

Per saperne di più...

A spasso con Tahomà

A spasso con Tahomà è un progetto di sostegno in favore delle persone anziane che vuole scardinare falsi stereotipi sui migranti proponendo un servizio gratuito: un accompagnamento volontario nel fare la spesa al supermercato, in cui i richiedenti asilo aiutano concretamente prima, durante e dopo gli acquisti.

Più concretamente, Tahomà mette a disposizione un servizio gratuito in cui i richiedenti asilo ospitati nelle strutture accompagnano volontariamente le persone del luogo a fare la spesa al supermercato o al mercato. Gli operatori dell’Associazione si occupano di condurre il mezzo che trasporterà tutti a destinazione e che soprattutto riaccompagnerà a casa. I volontari vengono scelti perché padroni di un discreto italiano parlato, sensibili e soprattutto interessati a dare una mano a chi ha bisogno.

Il coinvolgimento dei richiedenti asilo non solo è volontario, ma nemmeno si limita al lavoro di portare il carrello e le buste pesanti: la loro presenza vuole essere anche una compagnia per la persona, un sostegno morale, una nuova conoscenza con cui condividere pensieri e interagire, il tutto durante una delle attività più comuni della routine: la spesa.

Sia gli operatori che i ragazzi volontari indossano una divisa ben riconoscibile, e sono muniti di badge con il nominativo. Tahomà crede fortemente nella visibilità di questo progetto, soprattutto per trasmettere fiducia e sicurezza nei confronti di chi vi prende parte.

Per saperne di più...
Scopri tutti i progetti

Formazione nelle scuole

Tahomà crede nel potere dell’informazione e nella potenzialità che le giovani generazioni hanno di costruire una società fondata su valori solidali e di condivisione. A questo scopo si fa promotrice di attività di formazione complementari alla didattica scolastica, portando negli istituti del luogo la realtà dell’immigrazione e dell’accoglienza.

La Carta di Lampedusa

è uno spettacolo teatrale che racconta, attraverso canti, storie e testimonianze, i popoli migranti attraverso uno sguardo che parte dalla nostra storia passata per arrivare all’attualità. Realizzato dalla Compagnia teatrale NATA e Diesis Teatrango, lo spettacolo viene portato nelle scuole medie e superiori dagli operatori di Tahomà.

Al termine dello spettacolo, gli operatori e i responsabili di Tahomà si rivolgono direttamente al pubblico presentando uno o due richiedenti asilo ospitati presso i propri centri e illustrando quella che è la modalità di accoglienza presente nel territorio. Lo scopo del dibattito finale è di diffondere informazioni dirette e vere: il racconto degli sbarchi, delle procedure che Tahomà deve seguire con le istituzioni, le motivazioni della fuga dal paese di origine, le problematiche trovate in Italia. Di riflesso, lo spettacolo vuole arrivare dritto nelle coscienze degli studenti che si trovano ancora in un’età fortemente malleabile e quindi facilmente ingannabile (spesso seguono la mentalità delle proprie famiglie o amici più influenti).

Al termine dell’esposizione frontale vengono incoraggiati i giovani alunni a porre domande ai richiedenti asilo presenti, al fine di diminuire le distanze e le paure spesso dovute alla “non conoscenza” del fenomeno.

TOWARDS SEARCH OF PEACE

Documentario CICT, UNESCO

Towards search of peace è un documentario realizzato dai richiedenti asilo ospitati da Tahomà e diretto da Jean-Philippe Pearson con il sostegno del CICT (Conseil International du Cinéma, de la Télévision ed de la Communication Audiovisuelle, UNESCO). Racconta la vita dei richiedenti asilo attraverso le attività a cui partecipano, le loro storie di vita e i loro sogni.

Il film è stato girato nel 2017 e ha visto il coinvolgimento dei ragazzi ospitati, degli operatori di Tahomà e anche della comunità locale. Raccoglie frammenti di vita quotidiana che interessano tutti i soggetti partecipanti e si sofferma tramite monologhi e primi piani su quelle che sono le aspirazioni e le preoccupazioni dei richiedenti asilo.

Towards search of peace fa parte di quel percorso di corretta informazione che Tahomà indirizza alle scuole del luogo.

Laboratorio teatrale

A partire dal 2017 Tahomà si è inserita nel progetto di laboratorio teatrale “Ladri di Mentine”, organizzato dalla compagnia teatrale NATA e dall’Associazione Vivere Insieme Casentino per le persone affette da disabilità mentale. In concreto, Tahomà ha proposto ad alcuni suoi ospiti di prendere parte alle lezioni di teatro e alla creazione dello spettacolo conclusivo del laboratorio. (Il presente laboratorio teatrale si sviluppa anche in collaborazione con il Comune di Bibbiena ed è sostenuto dall’Unità Funzionale del Dipartimento di Salute Mentale del Distretto di Salute Mentale del distretto socio sanitario della Asl zona Casentino).

Tahomà ha aperto ai richiedenti asilo le porte della recitazione perchè consapevole del suo forte valore inclusivo e terapeutico e dei benefici che essa può apportare ai vissuti travagliati dei ragazzi ospitati.

Recitare infatti implica empatia, immaginazione dello stato d’animo altrui, del personaggio interpretato; ciò aiuta a migliorare la capacità di comprendere il prossimo, a sviluppare una condivisione profonda. Recitare comporta anche una sfida difficile, soprattutto per chi si sente insicuro e timido: il palco può proporgli una visione diversa della realtà, più determinata, e può conferire quelle certezze che poi saranno utili per vivere con più serenità e auto consapevolezza situazioni diverse della vita di tutti i giorni.
Proprio sulla base di questi principi, Tahomà seleziona i partecipanti al laboratorio con criterio: chi si dimostra essere più sensibile, più bisognoso di esternare stati d’animo complessi, di iniziare a costruire relazioni interpersonali significative.
“Compagnia teatrale” lo dice la parola stessa, il teatro si fa con una compagnia, condividendo con altri la stessa passione, le stesse emozioni, le stesse ansie e preoccupazioni. Per mettere in scena un buono spettacolo bisogna remare tutti nella stessa direzione, essere affiatati e aiutarsi l'un l'altro.
Gli obiettivi del progetto di laboratorio teatrale sono:

Libertà di espressione

favorire la libertà di espressione dei partecipanti e rafforzarla attraverso esercizi di acquisizione del linguaggio teatrale di base, esercizi di scrittura, interpretazione del testo originale.

Apertura al pubblico

dare un’opportunità di autentica espressione a categorie sociali svantaggiate, quali richiedenti asilo e pazienti psichiatrici e permettere loro di condividere questa espressione con un pubblico

Maggiore integrazione

migliorare l’apprendimento della lingua italiana per i richiedenti asilo e ampliare la rete di conoscenze e quindi favorire un inserimento autentico, che parte dal basso, da un interesse sincero

Potenziamento delle capacità

potenziare eventuali abilità e talenti che altrimenti non emergerebbero

Giornata mondiale del rifugiato

2016

L’edizione del 2016, realizzata presso la Bocciofila Bibbienese insieme ad ARCI, in occasione del Festival delle culture. Gli ospiti dell’associazione Tahomà si sono occupati della preparazione del cibo e dell’organizzazione della festa.

2017

L’edizione del 2017 si è svolta presso il Centro Creativo Casentino, dove è stato proiettato il documentario “Towards search of peace” realizzato dagli ospiti di Tahomà insieme al regista Jean Philippe Pearson e col patrocinio dell’UNESCO-CICT. A seguire, insieme alla comunità senegalese di Bibbiena, è stato preparato un buffet multietnico.

2018

L’edizione del 2018, realizzata presso il Centro Sociale di Poppi, ha visto la messa in scena dello spettacolo teatrale della compagnia NATA “La Carta di Lampedusa”, seguito dal dibattito con il pubblico presente. Al termine buffet multietnico e musica senegalese dal vivo.A tutte le edizioni della Giornata hanno preso parte le istituzioni locali e gli esponenti non solo delle comunità straniere presenti in Casentino, ma anche delle organizzazioni e associazioni culturali e umanitarie più importanti della Provincia di Arezzo (Oxfam, CRI).

Strutture abitative

La casa di Adama

La casa di Adama è un appartamento situato a Bibbiena, con cui Tahomà vuole offrire un sostegno concreto a tutti coloro che non hanno più accesso alla seconda fase dell’accoglienza, per effetto dei cambiamenti normativi apportati dal D.l. 113/18 (cd. Decreto Sicurezza).

La Quercia: struttura mamma-bambino

La struttura denominata “La Quercia” si pone come obiettivo quello di aiutare il nucleo familiare a superare, nella maniera meno traumatica possibile, la difficile situazione che sta vivendo. “La Quercia” offre un servizio socio-educativo residenziale, rivolto a donne, madri o gestanti, con un alto grado di svantaggio sociale, che si trovino senza alcun genere di sostegno o devono essere tutelate con un allontanamento dal nucleo familiare.

Strutture per l’autonomia di Minori Stranieri Non Accompagnati : Il Bambù e L’Ulivo

L’Associazione Tahomà si pone come obiettivo l’aiuto, il sostegno e la cura degli ospiti nelle sue strutture in vista della realizzazione, nei tempi previsti, dei progetti elaborati in accordo con i Servizi Sociali. Le struttureaccolgono gli adolescenti ed i giovani fino a 21 anni

La nostra idea di volontariato

Contattaci

Dott.ssa Chiara Melina Paluani

347 1005253

Avv. Carolin Kiper

338 8825077

Email:

associazione.tahoma@gmail.com
associazione.tahoma@pec.it
Thank you! Your submission has been received!
Oops! Something went wrong while submitting the form.