TAHOMÀ
è una Associazione di Promozione Sociale con una mission precisa: realizzare l’incontro tra le differenze, culturali e sociali, come punto di partenza per un dialogo sincero e volto alla vera conoscenza di ciò che sta oltre la prima apparenza. Il tutto nell’ottica maggiore di promuovere un più ampio cambiamento nella società.
Progetti attivi

PROGETTO SAI MSNA 1720 del Comune di Bibbiena
Il progetto SAI MSNA del Comune di Bibbiena n. 1720 prevede l’accoglienza di n. 18 beneficiari di sesso maschile di età compresa tra 16 e 21 anni, in gruppi appartamento per l’autonomia in base alla vigente normativa regionale.
Tahoma’ A.p.s. ne rappresenta l’ente attuatore, di concerto con Oxfam Italia Intercultura, all’interno della RTI “NEXT”.
Il progetto prevede una presa in carico e gestione a tutto tondo dei giovani beneficiari, collocati in diversi appartamenti all’interno del Comune. Il progetto è volto a porre, nei giovani MSNA, le basi per una futura autonomia e facilitare la loro transizione verso l'età adulta ed il mondo del lavoro.
Sin dal loro arrivo, i minori vengono presi in carico dall'equipe sotto tutti i profili, da quelli sociali a quelli sanitari (assistenza generica e specifica), psicologici (servizio psicoterapeutico specialistico interno) e legali (per il disbrigo di tutte le pratiche inerenti aspetti legali) e con essi viene costruito un vero e proprio percorso verso l’età adulta.

SPORTELLO GRATUITO PER MIGRANTI
Lo sportello migranti dell'associazione Tahomà è un servizio gratuito e rappresenta un importante punto di riferimento per gli stranieri presenti sul territorio. Le attività offerte si articolano soprattutto in accompagnamenti legali, ma anche sanitari e sociali, grazie alla presenza di operatori formati e ai solidi rapporti di collaborazione sviluppati nel tempo con le varie istituzioni.
Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che molti stranieri siano costretti a rivolgersi a professionisti legali a pagamento per le pratiche legate ai loro documenti, e, di conseguenza, a desistere quando le cifre richieste risultano troppo esose. L'associazione Tahomà da anni autofinanzia queste attività e si avvale di professionisti esperti, tra cui avvocati, psicologi ed educatori.
Inoltre, l'attività di sportello rappresenta un concreto supporto anche per le istituzioni, poiché contribuisce a garantire che un numero crescente di persone sia in regola con i propri documenti. Questo non solo migliora la vita dei cittadini, ma facilita anche il lavoro delle istituzioni, promuovendo una maggiore regolarità e compliance sul territorio.
Progetti Archiviati
Struttura abitativa “La Casa di Adama”
La Casa di Adama è un progetto dedicato al sostegno dell'inclusione sociale e lavorativa per titolari di protezione umanitaria e casi speciali, in risposta al DECRETO-LEGGE del 4 ottobre 2018, n. 113. Situata a Bibbiena, questa struttura ha offerto, per anni, un aiuto concreto a coloro che, a causa delle modifiche normative introdotte dal D.l. 113/18 (noto come Decreto Sicurezza), non avevano più accesso alla seconda fase dell'accoglienza.
Il decreto ha, infatti, eliminato una delle tre forme di protezione per irichiedenti asilo: la protezione umanitaria, sostituita dalla protezione speciale. La Casa di Adama era, dunque, rivolta ai titolari di protezione umanitaria ed ai nuovi titolari di protezione per protezione speciale, che dal 5 ottobre 2018 non potevano più accedere al circuito del sistema SPRAR (adesso SAI), a differenza dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria, peri quali questa possibilità rimaneva.
Attraverso un alloggio sicuro ed il supporto legale, sanitario e lavorativo, La Casa diAdama di offriva un immediato punto di riferimento a chi si trovava in difficoltà. In questo modo si mirava anche a prevenire le conseguenze negative del cambiamento normativo, come problemi di sicurezza pubblica ed aumento dei costi per le amministrazioni comunali di fronte alla condizione di indigenza dei titolari di protezione umanitaria residenti nel Comune.
Tahomà ha selezionato i beneficiari del progetto in base al percorso di integrazione intrapreso durante la prima accoglienza, convinta che un'opportunità di sostegno debba essere offerta a chi ha dimostrato un reale impegno nell'integrarsi sul territorio. Tuttavia, la Casa di Adama è sempre stata aperta a chiunque si trovasse in questa particolare situazione di disagio, senza esclusioni.
Progetto Fami P.A.C.A. “La casa di Adama”
Nel 2020 il Ministero dell’Interno ha approvato nell’ambito del “Fami 2014-2020, potenziamento del sistema di prima e seconda accoglienza - realizzazione di percorsi individuali per autonomia socio-economica”, il progetto “P.A.C.A. –Persone autonome comunità accoglienti” progetto presentato in rete con altre associazioni del territorio, tra cui Oxfam Intercultura, per la realizzazione di progetti di integrazione e coesione sociale. Il cuore del progetto è rappresentato dai percorsi di empowerment, mirati a promuovere l’autonomia abitativa e lavorativa, oltre a favorire attività di integrazione e aggregazione sociale. Queste iniziative sono condotte in sinergia con le comunità locali, coinvolgendo attivamente i territori tra Arezzo, Casentino e gran parte della provincia di Arezzo, al fine di favorire l’integrazione e l’inserimento socio-culturale della persona nel contesto di riferimento.
Il progetto era rivolto a titolari di protezione internazionale, sia singoli individui che nuclei familiari. Per la presa parte era richiesto che i partecipanti avessero lasciato i circuiti di accoglienza, come i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), i Sistemi di Accoglienza e Integrazione (SAI, ex SPRAR), i Corridoi Umanitari e i Centri Governativi di prima accoglienza, da non più di 18 mesi. È importante sottolineare che la partecipazione alle attività del progetto è sempre stata completamente gratuita.
Il progetto offriva una serie di servizi pensati per favorire l’autonomia abitativa. Tra questi, l’orientamento ed il supporto nella ricerca alloggiativa o di soluzioni abitative alternative, come percorsi di housing/cohousing e accoglienza in famiglia. Inoltre, venivano forniti strumenti per la gestione dell’economia domestica ed assistenza nell’accesso ai contributi per la casa.
Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, il progetto offriva supporto nella ricerca attiva di lavoro, azioni di orientamento e laboratori specifici, come corsi di italiano per il lavoro, informatica per il lavoro e bilancio delle competenze. Sono state anche offerte opportunità di formazione e consulenza perchi desiderasse avviare un’attività in proprio.
Infine,per promuovere l’aggregazione sociale nella comunità, sono stati previsti laboratori interculturali, attività di esplorazione del territorio ed eventi di quartiere, oltre a iniziative per l’inclusione scolastica e attività ludico-ricreative. In questo modo, il progetto si è proposto di favorire un’integrazione attiva e positiva dei partecipanti nella società.

Progetto “Incontro”
Nel gennaio 2021 il Ministero dell’Interno ha approvato nell’ambito del “Fami 2014-2020 – OS2 –ON3 Capacity Building – lettera j) Governance dei servizi – Interventi di sistema per il rafforzamento della prevenzione e del contrasto delle violenze a danno di minori stranieri”, il progetto “INCONTRO – Potenziamento del sistema di rete in Toscana per la prevenzione ed il contrasto alla violenza sui minori stranieri” presentato in rete con altre associazioni del territorio: (Oxfam Italia Intercultura, Cooperativa Alice, Progetto 5 Cooperativa Sociale, Società della Salute Area Pratese, Azienda USL Toscana Nord Ovest/Società della Salute Valli Etrusche,Azienda USL Toscana Sud Est, Comune di Cecina e Comune di Bibbiena) e volto a:
1.Collaborazione e Buone Pratiche: Rafforzare la collaborazione e lo scambio di buone pratiche tra gli stakeholders toscani coinvolti nella presa in carico di minori stranieri vittime o potenziali vittime di violenza, insieme alle loro famiglie e reti di supporto. Questo include la definizione di un modello pilota di identificazione, orientamento e presa in carico in tre aree: Piana tra Firenze e Prato, Area Aretina e Valli Etrusche.
2.Protocolli Operativi: definire i protocolli operativi comuni per la presa in carico dei minori stranieri vittime per tutti gli attori coinvolti (Servizi Sociali, istituti scolastici, ASL, enti del Terzo Settore come centri di accoglienza, antiviolenza e servizi educativi).
3.Formazione e Competenze: Migliorare le conoscenze e le competenze degli operatori impegnati nella tutela dei minori (assistenti sociali, personale sanitario, docenti, operatori di accoglienza, mediatori culturali, ecc.) attraverso una prospettiva interculturale ed etnoantropologica, per rispondere adeguatamente ai bisogni del gruppo target.
4.Potenziare i Servizi Territoriali: Potenziare i servizi territoriali per la presa in carico dei minori stranieri vittime di violenza, qualificando i servizi esistenti e introducendo modelli sperimentali per l'identificazione precoce, l'orientamento ai servizi e la tutela globale dei minori a rischio.
5.Diffusione del Modello Integrato e sensibilizzazione: Promuovere, a livello istituzionale, un modello integrato di prevenzione e contrasto alla violenza sui minori stranieri (sia in famiglia che non accompagnati), per favorire buone pratiche di inclusione sociale a livello territoriale, regionale e nazionale oltre a sensibilizzare la comunità territoriale.
Attività messe in campo:
-Rafforzamento delle reti territoriali e definizione di protocolli operativi per l'emersione e la presa in carico di minori vittime o potenziali vittime di violenza e delle loro famiglie.
-Formazione intersettoriale e psico-etno-antropologica per gli operatori coinvolti nella tutela dei minori.
-Implementazione di un modello pilota per qualificare i servizi di supporto ai minori stranieri vittime o a rischio di violenza.
-Sensibilizzazione e comunicazione sul fenomeno della violenza sui minori stranieri.
Servizi Offerti:
Il progetto ha messo a disposizione dei minori stranieri e delle loro famiglie una serie di servizi, tra cui: orientamento civico, interventi educativi sia individuali che di gruppo, supporto psicologico e supporto alla genitorialità.
Struttura Mamma-Bambino
Lastruttura Mamma-Bambino era un servizio di accoglienza dedicato a nuclei familiari mamma-bambino in difficoltà nata con l’obiettivo di supportare le madri e i loro figli in situazioni di disagio sociale e familiare.
L'intervento di Tahoma, in collaborazione con i Servizi Sociali, si proponeva di comprendere e affrontare le problematiche vissute dalle ospiti, offrendo un ambiente di supporto che favorisse il recupero delle capacità genitoriali e lo sviluppo di un’autonomia per le madri ed i loro figli.
L’approccio della struttura prevedeva l’applicazione di strategie specifiche, che accompagnavano le ospiti dall’inserimento fino alla permanenza, con un focus sulla quotidianità e sulle relazioni. Le madri ricevevano supporto orientato al cambiamento personale e al potenziamento delle loro abilità genitoriali, il cui progresso veniva valutato con attenzione per favorire un miglioramento continuo.
La valutazione si concentrava, in particolare, sulla qualità della relazione mamma-bambino, tenendo in considerazione i vari aspetti che caratterizzano tale legame. Gli obiettivi specifici includevano il sostegno, l’aiuto e la cura nell’accompagnare le ospiti verso una nuova autonomia e benessere, che consentisse loro di affrontare e superare le difficoltà vissute.
Walking together
Progetto di integrazione sociale rivolto a donne richiedenti asilo (o già titolari di protezione umanitaria o sussidiaria) residenti nella Vallata del Casentino (AR), che le vede partecipi attivamente nel ruolo di guide turistiche per promuovere il territorio in cui sono ospitate.
Il progetto mira a svilupparsi nella Vallata del Casentino, in provincia di Arezzo. Ai fini del presente progetto si rivela essenziale prendere in considerazione due aspetti del contesto casentinese: da un lato la popolazione femminile di migranti richiedenti asilo, prevalentemente provenienti dalla Nigeria, e contemporaneamente la risorsa che queste donne possono costituire per l’alto valore turistico del territorio in cui sono ospitate: il Casentino.
Tahomà vuole dare l’opportunità a giovani donne richiedenti asilo/titolari di protezione di integrarsi realmente nel territorio che le ospita, attraverso una sua profonda scoperta e conoscenza, al fine di sviluppare nelle donne un forte senso di appartenenza al territorio casentinese. Tale senso di appartenenza e la conseguente consapevolezza di aver un ruolo significativo all’interno del luogo in cui vivono, non solo eviterà alle donne di intraprendere percorsi pericolosi, ma eleverà la loro autostima e le renderà veramente partecipi ed integrate.
Il progetto si pone anche di abbattere gli stereotipi e costruire un rapporto di reciproca fiducia fra le beneficiarie e la comunità ospitante. In Italia le donne richiedenti asilo/titolari di protezione internazionale si configurano come una categoria vulnerabile, perché spesso vittime di tratta e potenzialmente coinvolgibili in percorsi illegali e senz’altro degradanti per la loro dignità e tutela dei diritti basilari. Si verifica infatti spesso che, tutte quelle donne che nel circuito dell’accoglienza non ricevono il supporto necessario, finiscono nel circuito della prostituzione e della criminalità (anche chi riceve tutto il supporto richiesto, non sempre risponde positivamente agli stimoli, soprattutto per questioni di distanza culturale, diffidenza nei confronti di figure professionali quali lo psicologo, lo psichiatra, l’educatore e staff dell’associazione ospitante). Per supporto necessario non ci si riferisce all’accoglienza straordinaria in sé, ma a tutti quei servizi che ad una categoria tanto vulnerabile devono essere riconosciuti ed erogati: sostegno psicologico, orientamento sociale, riconoscimento e valorizzazione delle loro competenze, accompagnamento alla formazione professionale. Molte delle donne coinvolte in questa situazione provengono dalla Nigeria, paese complesso, popoloso e pericoloso. Succede che, se non viene data loro l’opportunità di portare avanti una reale integrazione nel territorio in cui sono ospitate, esse si sentiranno escluse, non appartenenti a quella realtà.
Obiettivi dell’iniziativa sono: rendere le ragazze partecipi attivamente della realtà territoriale casentinese attraverso una effettiva scoperta della stessa; la creazione di un’opportunità di impiego sicura e gratificante, nell’ottica di scoraggiare qualsiasi caduta nell’illegalità; dare alle donne tutti gli strumenti necessari al fine di costruirsi la professione di competenti guide turistiche della Vallata, che accompagneranno gruppi di turisti nei luoghi simbolici: La Verna, Eremo di Camaldoli, Montagne del Casentino, sentieri delle Vecchie Vie, Lanificio di Stia etc; restituire al territorio ospitante una risorsa preziosa al fine della sua valorizzazione e promozione in
tutto il mondo: la formazione di guide turistiche in grado di comunicare con utenza anglofona e francofona.
Il progetto prevede la creazione di un network tra gli enti pubblici e privati che si occupano attivamente di turismo montano e promozione del Casentino e la successiva divulgazione sui media locali dell’iniziativa. Saranno le cooperative e associazioni locali del settore turistico che si occuperanno della formazione delle future guide, simulando anche escursioni e visite nei luoghi di interesse.e di rilasciare i titoli professionali. Tahomà si occuperà specificamente di selezionare le beneficiarie, che prenderanno parte all’iniziale formazione e che poi accompagneranno i turisti. La selezione procederà contattando le rappresentanze di tutti i CAS e SPRAR del territorio e terrà conto dei seguenti requisiti: buona padronanza dell’italiano scritto e parlato, volontà nel prendere parte al progetto. (Chi fosse interessato a prendere parte, ma non fosse in possesso di una buona conoscenza dell’italiano, può frequentare un corso di lingua organizzato da Tahomà). Le donne selezionate verranno poi convocate da Tahomà per una serie di incontri conoscitivi ed introduttivi al progetto, in cui si sottoscrive e conferma l’impegno che esse prendono nei confronti dell’iniziativa. L’associazione mette inoltre a disposizione il mezzo di trasporto per le trasferte nei luoghi di interesse.

Doposcuola Insieme
Il progetto vuole creare uno spazio extrascolastico di sostegno allo studio rivolto a tutti gli studenti che hanno difficoltà con la lingua italiana, principalmente perché figli di immigrati di madrelingua diversa da quella del contesto ospitante.
L'idea nasce dalla constatazione della difficoltà incontrata dai bambini e adolescenti, soprattutto stranieri o figli di immigrati, ad inserirsi efficacemente nella società e in prospettiva, nel mondo dell'università e del lavoro. Beneficiari indiretti del doposcuola saranno anche i genitori degli alunni, perchè vedranno alleggerito il loro carico di sostegno da fornire ai figli e potranno godere di un servizio gratuito, ma anche i compagni di classe degli alunni stranieri, che vedranno una progressiva parificazione del livello generale: i progressi tangibili raggiunti nel corso del progetto di Doposcuola infatti porterebbero ad un miglioramento generale del rendimento scolastico degli alunni stranieri e quindi ad una omogeneizzazione del livello di ogni classe coinvolta. L'Associazione Tahomà mette a disposizione sia il luogo di realizzazione del doposcuola, ovvero due aulee didattiche presso i propri uffici, che le risorse umane come volontari e operatori in possesso dell'adeguata formazione al fine della miglior riuscita del progetto. Il progetto si realizzerà nell’arco temporale di tre anni e attualmente Tahomà sta realizzando la prima fase in cui già è stata formata una prima classe di alunni del Doposcuola provenienti da diversi paesi.
Le lezioni, tenute dal personale dell’associazione, si svolgono tutti i martedì e i giovedì dalle 16:15 alle 18:15.
progetto sostenuto con i fondi 8x1000 della Chiesa Valdese

L'integrazione vien mangiando
Si tratta di un progetto che ha come finalità il rafforzamento del legame sociale tra richiedenti asilo ospitati da Tahomà e la comunità autoctona del Casentino, attraverso la condivisione di tradizioni culinarie, di competenze in cucina, del cibo in tutte le sue declinazioni.
L’idea nasce dalla caratteristica del modello di accoglienza diffusa per cui da un lato riesce a rendere indipendenti i richiedenti asilo sul territorio, evitando la ghettizzazione e anzi, promuovendo il contatto diretto con la comunità locale. Ciò che rimane escluso dai principi dell’accoglienza diffusa è però l’importanza della conoscenza del territorio e delle tradizioni attraverso molteplici esperienze; Tahomà ha individuato infatti nella condivisione di sapori e nella conoscenza della cucina quella più significativa ai fini di una sensata inclusione sociale. Ciò permetterebbe ai richiedenti asilo un avvicinamento alla terra che li ospita ed indurrebbe all’utilizzo di materie prime che non sapevano cucinare. L’appartenenza ad un luogo si conquista anche attraverso profumi, sapori e materie prime. I richiedenti asilo vengono da paesi lontani, dove, non solo crescono ortaggi e frutti differenti, ma anche con stagionalità differenti. L’adattamento ad un nuovo paese significa anche comprendere come funziona il ciclo delle stagioni e ciò che si può trovare durante ognuna di esse. A ciò viene indissolubilmente legato il fattore economico; gli stranieri infatti, utilizzano materie prime nella loro cucina che spesso sono fuori stagione e dunque notevolmente più care, oppure ricercano esclusivamente materie prime importate dai loro paesi ed anche in quel caso necessariamente più costose.
La finalità del progetto riguarda la partecipazione attiva e l’integrazione anche dal punto di vista di quella parte della comunità locale che sarebbe maggiormente coinvolta: la popolazione anziana del Casentino. In questo caso, le donne anziane del luogo potrebbero non solo sfruttare le loro capacità e conoscenze culinarie da trasferire ai giovani stranieri (diventando esse stesse la parte vitale del progetto), ma anche prendere parte attivamente a un’esperienza aggregativa del tutto nuova, in grado di scardinare falsi stereotipi e costruire nuovi rapporti solidali.
Attraverso dei corsi di cucina tenuti dalle signore, i richiedenti asilo potrebbero imparare a conoscere le materie prime, il loro utilizzo, i benefici che una cucina sana e antica potrebbe portare. Imparerebbero nuove ricette e dunque come sfruttare al meglio le stagionalità, potrebbero imparare la storia che si cela dietro ai tipici piatti del luogo, che sono il risultato di una conoscenza geopolitica del luogo in questione. Le anziane signore saranno nuovamente protagoniste, tramandando le tradizioni della cultura culinaria casentinese, in parte riappropriandosi di quell’importante ruolo di riferimento che hanno avuto per tutte le generazioni passate, ed in altra, lasciando in eredità ricette antiche e segreti per un’ infallibile valorizzazione di ogni ingrediente presente in cucina.
Nello specifico il progetto mira a promuovere tra i richiedenti asilo l’Educazione alimentare, e quindi a far sviluppare una sensibilità al riciclo del cibo e al risparmio economico. Si propone inoltre di raggiungere un adeguato sviluppo del senso di appartenenza al territorio ospitante una conoscenza autentica delle tradizioni e lo sviluppo di rapporti interpersonali in grado di rafforzare due gruppi sociali vulnerabili.
I partecipanti sono quattro ospiti dell’associazione Tahomà che seguiranno le lezioni di cucina tenute dalle cuoche invitate per il progetto. La selezione dei partecipanti seguirà criteri specifici: conoscenza della lingua italiana, desiderio di integrarsi e di imparare nuove realtà, passione per la cucina

Mai più estranee
Progetto realizzato grazie al contributo della Regione Toscana - Progetto di orientamento socio-sanitario rivolto alle donne straniere residenti in Casentino
Il progetto si pone l’obiettivo di far sì che le donne straniere residenti in Casentino (AR) possano aver accesso ai servizi sanitari ospedalieri in maniera consuetudinaria; preciso obiettivo di tale progetto è la diminuzione dei costi della medicina di urgenza e la possibilità di attuare un monitoraggio continuo delle malattie grazie ad una prevenzione specifica, attiva e consapevole.
Lo scopo del progetto è quello di raggiungere un generale miglioramento delle condizioni di salute delle donne straniere grazie ad un’aumentata consapevolezza delle malattie, della prevenzione e della cura.L’idea nasce dalla constatazione che a livello locale e provinciale si verifica un accesso improprio ai servizi sanitari di urgenza (come il pronto soccorso) e soprattutto si registra una mancanza di informazioni relative all’igiene e alla prevenzione di malattie, in particolare infettive. La tendenza ad un utilizzo non adeguato della proposta sanitaria interessa soprattutto la popolazione straniera femminile, in particolare per quanto riguarda la sfera della salute materna, riproduttiva, dei bambini e, non da ultima, la violenza domestica. Nello specifico, la condizione delle donne straniere residenti nel territorio si rivela essere critica, non solo socialmente, ma anche e soprattutto a livello di indicatori di salute: sono infatti le straniere a soffrire maggiormente di problemi quali parto prematuro e basso peso alla nascita, e a ricorrere in percentuale maggiore alle interruzioni volontarie di gravidanza. A questo disagio è opportuno far fronte immediatamente attraverso modalità ben precise, che investano competenze e tempo nel formare le stesse donne e nel portarle a conoscenza della prevenzione.
Tahomà vuole: Porsi come luogo fisico di incontro tra donne appartenenti alle comunità straniere del territorio casentinese. Offrire alle donne straniere una formazione che potrà renderle più consapevoli ed in grado di raggiungere una propria autonomia nell’accesso ai servizi sanitari. Creare, con e per la ASL del territorio, un valido punto di riferimento per problemi di mediazione linguistica e culturale nel rapporto medico-paziente. Formare delle mediatrici culturali precedentemente individuate durante ifocus group. Ripetere i cicli di incontri formativi per permettere un confronto anche con le nuove utenze straniere da poco stabilitesi sul territorio.
Durante tutto il ciclo dei focus group alle donne partecipanti verrà comunicato che le operatrici potranno essere disponibili per un aiuto integrativo. All’inizio della formazione verrà fatta una presentazione ufficiale dello Sportello d’ascolto e si illustreranno i servizi che questo offre: accompagnamento ai presidi sanitari, aiuto nella prenotazione di esami, mediazione, consulenza legale gratuita. Il fine dello sportello è quello di permettere alle donne di andare oltre la diffidenza verso il medico e oltre la propria interpretazione della patologia (spesso influenzata da credenze e tradizioni).
Il progetto mira a raggiungere, in qualità di beneficiario indiretto, anche le ASL. A causa del recente e consistente fenomeno migratorio infatti, il personale medico delle aziende sanitarie locali, si è trovato a fronteggiare situazioni problematiche dovute a barriere linguistiche, culturali e diffidenze dovute ad approcci alla medicina completamente distanti. Gli operatori dell’associazione Tahomà, durante gli accompagnamenti dei richiedenti asilo ospitati presso i propri CAS alle visite mediche, hanno riscontrato difficoltà di comunicazione con il personale delle ASL. La difficoltà risiede, in primis, nell’incontrare visioni del corpo, della salute e del senso della cura molto distanti dall’approccio medico occidentale. A tale proposito Tahomà individua un possibile aiuto alla ASL nella figura del mediatore culturale che sarà di sesso femminile e che faciliterà ai pazienti stranieri la comprensione del sistema sanitario e fortificherà la loro fiducia verso il personale medico (che, ad oggi, riscontra enormi difficoltà nel dialogare coi pazienti stranieri).

A spasso con Tahomà
A spasso con Tahomà è un progetto di sostegno in favore delle persone anziane che vuole scardinare falsi stereotipi sui migranti proponendo un servizio gratuito: un accompagnamento volontario nel fare la spesa al supermercato, in cui i richiedenti asilo aiutano concretamente prima, durante e dopo gli acquisti.
Più concretamente, Tahomà mette a disposizione un servizio gratuito in cui i richiedenti asilo ospitati nelle strutture accompagnano volontariamente le persone del luogo a fare la spesa al supermercato o al mercato. Gli operatori dell’Associazione si occupano di condurre il mezzo che trasporterà tutti a destinazione e che soprattutto riaccompagnerà a casa. I volontari vengono scelti perché padroni di un discreto italiano parlato, sensibili e soprattutto interessati a dare una mano a chi ha bisogno.
Il coinvolgimento dei richiedenti asilo non solo è volontario, ma nemmeno si limita al lavoro di portare il carrello e le buste pesanti: la loro presenza vuole essere anche una compagnia per la persona, un sostegno morale, una nuova conoscenza con cui condividere pensieri e interagire, il tutto durante una delle attività più comuni della routine: la spesa.
Sia gli operatori che i ragazzi volontari indossano una divisa ben riconoscibile, e sono muniti di badge con il nominativo. Tahomà crede fortemente nella visibilità di questo progetto, soprattutto per trasmettere fiducia e sicurezza nei confronti di chi vi prende parte.

Orto Sociale
L’Orto sociale è un’iniziativa che nasce dalla necessità di rafforzare il contatto tra i migranti richiedenti asilo e la terra che dà loro ospitalità. Un rafforzamento che passa attraverso l’attività più autentica di relazione con la terra: l’agricoltura e la coltivazione di piante edibili.
Il progetto parte dalla considerazione che i migranti vengono a cercare un Paese dove non solo il cibo, ma la legalità sia alla base della pace sociale e della condivisione. Da aggiungere a questo è anche la passione che molti ragazzi ospitati dimostrano per l’agricoltura: buona parte di loro dichiara di essere stato agricoltore o di aver fatto lavori nei campi coltivati.
Tahomà mette a disposizione un appezzamento di terreno sito a Bibbiena,in cui tutti possono venire a piantare, coltivare specialità autoctone o esotiche e soprattutto condividere esperienze e competenze. L’orto è facilmente raggiungibile, per cui a tutti è concessa l’opportunità di andarci, in qualsiasi momento, ed è gestito da un numero ristretto di responsabili, individuati proprio grazie alla loro inclinazione e passione nel curare la terra.
Ma cosa si coltiva nell’orto sociale? pomodori di varie specie, melanzane, peperoni, insalata, zucchine, patate, karkadé, arachidi e erbe aromatiche.

Accoglienza Migranti
Tahomà A.P.S. nasce nel 2016 per rispondere ad uno dei maggiori bisogni manifestati dal contesto casentinese degli ultimi anni: l’accoglienza e l’integrazione della crescente comunità di richiedenti asilo provenienti dall’Africa Occidentale. La comunità ospitante non trova infatti inizialmente strumenti adeguati per rivolgersi all’incontro con i nuovi arrivati. Tahomà ha iniziato a lavorare facendosi mediatore tra le incertezze della comunità locale e le direttive delle istituzioni, diventando un ponte di collegamento e di condivisione fra la popolazione casentinese e i richiedenti asilo. Allo stesso modo, i richiedenti asilo hanno necessità di essere seguiti passo passo durante il loro percorso intrapreso in Italia, per fargli conoscere la loro posizione e i loro diritti. (Permesso di Soggiorno, formazione legale, Questura e Prefettura, regolamenti da seguire, prospettive)
Il progetto di accoglienza migranti viene avviato nel Marzo del 2016, quando l’Associazione vince il bando indetto dalla Prefettura di Arezzo per accogliere migranti richiedenti asilo in territorio casentinese. Il modello adottato da Tahomà è quello regionale dell’accoglienza diffusa, per cui gli ospiti vengono da subito sistemati in appartamenti con capienza massima di otto persone, distribuiti su tutti il territorio casentinese. Ad oggi gli ospiti risiedono a Bibbiena, a Soci e a Partina.
Non solo accoglienza diffusa, ma anche integrata: che non si limita cioè all’ emergenzialità del fenomeno, ma che guarda oltre, anche agli aspetti duraturi e alle potenzialità future. Tahomà infatti promuove approfonditi corsi di italiano per i richiedenti asilo all’interno della propria sede e numerose attività di volontariato complementari. Ad oggi, tra i tanti successi raggiunti, si citano il conseguimento per alcuni ospiti della licenza media e del titolo professionale di Assistente di Base.
Formazione nelle scuole
Tahomà crede nel potere dell’informazione e nella potenzialità che le giovani generazioni hanno di costruire una società fondata su valori solidali e di condivisione. A questo scopo si fa promotrice di attività di formazione complementari alla didattica scolastica, portando negli istituti del luogo la realtà dell’immigrazione e dell’accoglienza.

La Carta di Lampedusa
è uno spettacolo teatrale che racconta, attraverso canti, storie e testimonianze, i popoli migranti attraverso uno sguardo che parte dalla nostra storia passata per arrivare all’attualità. Realizzato dalla Compagnia teatrale NATA e Diesis Teatrango, lo spettacolo viene portato nelle scuole medie e superiori dagli operatori di Tahomà.
Al termine dello spettacolo, gli operatori e i responsabili di Tahomà si rivolgono direttamente al pubblico presentando uno o due richiedenti asilo ospitati presso i propri centri e illustrando quella che è la modalità di accoglienza presente nel territorio. Lo scopo del dibattito finale è di diffondere informazioni dirette e vere: il racconto degli sbarchi, delle procedure che Tahomà deve seguire con le istituzioni, le motivazioni della fuga dal paese di origine, le problematiche trovate in Italia. Di riflesso, lo spettacolo vuole arrivare dritto nelle coscienze degli studenti che si trovano ancora in un’età fortemente malleabile e quindi facilmente ingannabile (spesso seguono la mentalità delle proprie famiglie o amici più influenti).
Al termine dell’esposizione frontale vengono incoraggiati i giovani alunni a porre domande ai richiedenti asilo presenti, al fine di diminuire le distanze e le paure spesso dovute alla “non conoscenza” del fenomeno.
TOWARDS SEARCH OF PEACE
Towards search of peace è un documentario realizzato dai richiedenti asilo ospitati da Tahomà e diretto da Jean-Philippe Pearson con il sostegno del CICT (Conseil International du Cinéma, de la Télévision ed de la Communication Audiovisuelle, UNESCO). Racconta la vita dei richiedenti asilo attraverso le attività a cui partecipano, le loro storie di vita e i loro sogni.
Il film è stato girato nel 2017 e ha visto il coinvolgimento dei ragazzi ospitati, degli operatori di Tahomà e anche della comunità locale. Raccoglie frammenti di vita quotidiana che interessano tutti i soggetti partecipanti e si sofferma tramite monologhi e primi piani su quelle che sono le aspirazioni e le preoccupazioni dei richiedenti asilo.
Towards search of peace fa parte di quel percorso di corretta informazione che Tahomà indirizza alle scuole del luogo.
LABORATORI

Laboratorio di educazione civica
I beneficiari, insieme aglieducatori, svolgono attività laboratoriali per approfondire temi legati allacittadinanza attiva, ai diritti e ai doveri, favorendo il confronto e lapartecipazione.

Laboratorio di cucina
All’interno delle strutture, ibeneficiari partecipano a laboratori di cucina dove imparano a preparare piattisemplici, promuovendo autonomia, collaborazione e valorizzazione delletradizioni culinarie.

Laboratoriodi teatro
Attraverso esercizi espressivie giochi di ruolo, i partecipanti si mettono in gioco in attività teatrali chestimolano la creatività, l’ascolto e il lavoro di gruppo.
.jpeg)
Laboratorio creativo
Nel laboratorio creativo, ibeneficiari sperimentano diverse tecniche artistiche come il disegno, lapittura e il riciclo creativo, esprimendo emozioni e idee attraverso l’arte.L’attività favorisce lo sviluppo dell’immaginazione, della manualità e delbenessere personale.

Laboratorio di orientamento alla formazione professionale
Il laboratorio offre supportonell’individuazione di percorsi formativi e professionali, attraverso attivitàdi orientamento, redazione del curriculum e simulazioni di colloqui.L’obiettivo è favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia dei partecipanti
Giornata mondiale del rifugiato

2016
L’edizione del 2016, realizzata presso la Bocciofila Bibbienese insieme ad ARCI, in occasione del Festival delle culture. Gli ospiti dell’associazione Tahomà si sono occupati della preparazione del cibo e dell’organizzazione della festa.

2017
L’edizione del 2017 si è svolta presso il Centro Creativo Casentino, dove è stato proiettato il documentario “Towards search of peace” realizzato dagli ospiti di Tahomà insieme al regista Jean Philippe Pearson e col patrocinio dell’UNESCO-CICT. A seguire, insieme alla comunità senegalese di Bibbiena, è stato preparato un buffet multietnico.

2018
L’edizione del 2018, realizzata presso il Centro Sociale di Poppi, ha visto la messa in scena dello spettacolo teatrale della compagnia NATA “La Carta di Lampedusa”, seguito dal dibattito con il pubblico presente. Al termine buffet multietnico e musica senegalese dal vivo.A tutte le edizioni della Giornata hanno preso parte le istituzioni locali e gli esponenti non solo delle comunità straniere presenti in Casentino, ma anche delle organizzazioni e associazioni culturali e umanitarie più importanti della Provincia di Arezzo (Oxfam, CRI).

2022
L’edizione 2022, organizzata dall’associazione Tahomà presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore, ha previsto un apericena etnico con piatti tipici senegalesi e la proiezione del cortometraggio Peace Seekers del regista Jean Philippe Pearson.

2024
L’edizione 2024 si è svolta presso il centro sociale “Il Kontagio” di Poppi, in collaborazione con diverse associazioni e onlus del territorio. La giornata è stata un’occasione di incontro e condivisione, con momenti di riflessione, musica, testimonianze e convivialità per promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione.
Strutture abitative
Il Bambù - L’Ulivo - La Quercia (SAI MSNA del Comune di Bibbiena 1720-PR-2)
Il progetto SAI MSNA del Comune di Bibbiena 1720-PR-2 accoglie fino a 18 giovani migranti non accompagnati, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, in appartamenti progettati per favorire l'autonomia personale, in conformità con la normativa regionale vigente. Il progetto è gestito dalla RTI “NEXT”, composta da Tahoma’ A.p.s e Oxfam Italia intercultura.
L'obiettivo principale del progetto è facilitare la transizione dei giovani verso l'età adulta e il mondo del lavoro. Ogni beneficiario è seguito da un'équipe multidisciplinare che si occupa di tutti gli aspetti del percorso di crescita, dalle necessità sanitarie e psicologiche a quelle legali ed educative, attraverso un Progetto Educativo Individualizzato (PEI) che viene costantemente aggiornato per adattarsi alle esigenze di ciascun giovane.
Gli appartamenti, con una capienza massima di sei persone, sono situati in aree strategiche del Comune di Bibbiena, vicine a servizi essenziali come supermercati, farmacie, studi medici e trasporti pubblici. Questa vicinanza facilita l'integrazione dei ragazzi nella comunità, promuovendo una mobilità autonoma. L'area circostante, ricca di spazi verdi e piste ciclopedonali, offre opportunità di svago e attività ricreative, contribuendo al benessere fisico e mentale dei giovani.
L’équipe adotta un approccio psico-socio-educativo, fondamentale per garantire una crescita armoniosa e un'inclusione sociale completa. I ragazzi sono supportati nel loro percorso formativo e professionale, con particolare attenzione all'inserimento nel mondo del lavoro e alla ricerca di soluzioni abitative stabili. In prossimità della maggiore età, vengono avviati percorsi personalizzati per una transizione duratura verso l'autosufficienza, in linea con le caratteristiche e il percorso individuale di ciascuno.
Questo progetto rappresenta un modello di accoglienza e supporto per i giovani MSNA, incentrato su autonomia e integrazione. Le strutture non sono solo spazi abitativi, ma vere e proprie comunità educative che offrono un ambiente stimolante e sicuro, dove i giovani possono sviluppare competenze fondamentali per una vita indipendente e partecipativa nella società. Grazie alla dedizione di professionisti qualificati e ad un contesto favorevole, il progetto ambisce a fornire ai giovani una solida base per costruire un futuro autonomo e integrato.
Il Ciliegio
La struttura "Il Ciliegio" è dedicata a minori stranieri non accompagnati (MSNA) di sesso maschile, di età compresa tra 16 e 21 anni, con una capacità massima di 6 ospiti. Viene garantita assistenza h24 da parte di operatori ed educatori professionali, in conformità con le normative regionali. L’obiettivo principale è accompagnare i giovani verso l’età adulta, attraverso un percorso di integrazione e autonomia.
Situata in Via San Niccolò 3 a Soci-Bibbiena, la struttura offre un ambiente accogliente e ben collegato ai principali servizi, come supermercati, farmacie, studi medici, bar e fermate degli autobus. Inoltre, è circondata da parchi e piste ciclopedonali, ideali per attività all’aria aperta. Grazie alla sua posizione strategica, i giovani ospiti possono facilmente raggiungere le scuole secondarie superiori e la città di Arezzo tramite mezzi pubblici.